Attacchi di panico "vivere con la paura della paura"
L'ansia non va combattuta, è nostra alleata, è un messaggero della nostra psiche.
L'ansia è parte di noi, come diceva Sigmund Freud "L'atto della nascita è la prima esperienza d'ansia e quindi la fonte e il prototipo della sensazione d'ansia" .
Se trattiamo l'ansia come un ospite non gradito e la usiamo per difenderci dal dolore allora "viviamo con la paura della paura".
Ed è così che l'ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi!
Gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente. Sono accompagnati da sintomi somatici e cognitivi, quali palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore.
Chi ha provato gli attacchi di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, almeno la prima volta.
La paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante.
Il singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per "paura della paura" che altro.
La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta "agorafobia", ovvero l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso di un attacco di panico inaspettato.
Diventa così pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, ecc…
L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la preoccupazione principale su cui le persone si concentrano ed si diviene schiavi degli attacchi di panico.
Spesso le persone identificano luoghi o persone in cui sono al sicuro. Spesso la persona che soffre costringe tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere dipendente dagli altri.
La caratteristica essenziale del Disturbo di Panico è la presenza di attacchi di panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico. Si vive in funzione dell’attacco di panico, si attuano continuamente strategie per difendersi, aspettando con paura ed ansia l’attacco di panico successivo.
La qualità di vita della persona viene così a diminuire. Non c’è più progettualità se non restare “immobili” in attesa della prossima crisi.
La persona si preoccupa delle possibili implicazioni e conseguenze degli attacchi di panico e cambia il proprio comportamento in conseguenza degli attacchi, principalmente evitando le situazioni in cui teme che essi possano verificarsi.
Le persone che soffrono di Disturbo di Panico mostrano caratteristiche preoccupazioni o interpretazioni sulle implicazioni o le conseguenze degli attacchi di panico. La preoccupazione per il prossimo attacco o per le sue implicazioni sono spesso associate con lo sviluppo di condotte di evitamento che possono determinare una vera e propria Agorafobia, nel qual caso viene diagnosticato il Disturbo di Panico con Agorafobia.
L’atteggiamento mentale è una delle prime cause degli attacchi di panico!
Evita di “aspettarti” che arrivi il panico.
L’attacco di panico è un sintomo, è nostro amico, è un campanello d’allarme che ci avvisa che qualcosa nella nostra vita non ci va bene!
Il primo attacco di panico è generalmente inaspettato, per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso.
Per la diagnosi sono richiesti almeno due attacchi di panico inaspettati, ma la maggior parte degli individui ne hanno molti di più.
Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori precipitanti, anche se non indicono necessariamente un attacco di panico. I primi attacchi si verificano di solito in situazioni agorafobiche (come guidare da soli o viaggiare su un autobus in città) e comunque spesso in qualche contesto stressante.
Tra gli eventi di vita precipitanti riferiti più comunemente troviamo la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.
Gli eventi stressanti, le situazioni agorafobiche, il caldo e le condizioni climatiche umide e le droghe possono infatti far insorgere sensazioni corporee che possono essere interpretate in maniera catastrofica, aumentando il rischio di sviluppare attacchi di panico e disturbi di panico.
Articolo divulgativo a cura di Dott.ssa Cristina Puglia Psicologa e Psicoterapeuta